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Costantinopoli, XVII secolo. In una notte di agosto, i corridoi del palazzo imperiale risuonano delle grida del Sultano, condotto a forza nella sala delle maioliche, dove viene murato vivo insieme a una delle sue concubine. Ad assistere inorridito al brutale colpo di Stato è il Capo degli Eunuchi, servitore fedele alla cui cura e al cui controllo è da sempre affidato l'Harem imperiale. Chi ha ordito il complotto? Quali sciagure si stanno riversando sull'Impero, turbinando impetuose come i venti che sibilano tra le assi di legno delle case di Costantinopoli? Le risposte non tardano ad arrivare, disegnando i contorni di un'oscura faida dinastica e trascinando il protagonista in un disperato tentativo di restituire l'amato Sultano al suo trono. Approdato finalmente in Italia dopo le molte edizioni internazionali succedutesi a partire dal 1996, anno della sua apparizione in Turchia, il romanzo di Livaneli evoca il mondo cortigiano del Sultanato, in pieno Impero Ottomano, con i suoi sovrani capricciosi e spietati, le sue concubine in perenne attesa all'ombra dell'opprimente Harem, gli ieratici cerimoniali di corte, le umide prigioni sotterranee, le folle vocianti dinnanzi alle porte del palazzo. Allo stesso tempo, l'affresco si rivela una parabola: sull'eterna contrapposizione tra chi domina e chi è dominato, ma anche sul potere insopprimibile delle passioni umane...